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lunedì 30 gennaio 2012

Il Pastitsio di Marco Cansado Metelli


Non so come e cosa riuscirò a scrivere, ma credo che verrò capita, saranno capite le mie sensazioni, le mie emozioni.
La prima volta che ho sentito parlare nella mia vita di cucina della Grecia è stato su Coquinaria, un bel po' di anni fa, da Marco Metelli, per tutti Cansado. Sono rimasta affascinata dai suoi racconti e dai suoi piatti, da come li descriveva e da come li fotografava. Aveva un suo modo, davvero tutto e solo suo. Poi, ad un raduno organizzato da Coquinaria a Rimini ho avuto il piacere di conoscerlo e mi è piaciuto ancora di più, ricordo che mangiai un suo stufato davvero ottimo e alla domanda di che carne si fosse trattato, lui mi rispose che era carne di asino. Rimasi sorpresa ma non potevo fare altro che complimentarmi con lui. E poi, chiacchiere sul forum di Coquinaria sui suoi particolari piatti, poi su facebook sulle sue magnifiche foto. Ricordo che aveva promesso di venirmi a trovare quando fosse andato in pensione.
Niente da fare. Se n'è andato prima, con discrezione, riservatezza, silenzio.
Qualcuno potrebbe dire, ci si può affezionare tanto ad una persona che hai visto una volta e con cui hai "parlato" virtualmente su un forum e su facebook, gli si può volere tanto bene così? Chi lo ha conosciuto lo può confermare e anche chi crede che possano nascere amicizie "virtuali" che poi diventano tanto reali da fare parte della tua vita.

Avevo voglia di fare questo piatto, non avevo gli ziti,  ho usato gli elicoidali, non sarà stato un Pastisio "prismatico" come lo chiamava Marco ma sicuramente aveva come ingrediente principale tanto affetto!

dal blog di Marina Vizzinisi, da Amsterdam, Radio Cucina http://radiocucina.blogspot.com/

Pastitsio di Marco Cansado
Dose per 4 persone
300 gr ziti
Per il ragù
750 gr carne macinata (dice Marco: "a scelta tra ovino, oppure manzo/maiale, oppure maiale, sono tutti corretti")
2 cipolle medie
3 spicchi d'aglio
1 stecca di cannella
1 cucchiaino di chiodi di garofano
concentrato di pomodoro qb
sale e abbondante pepe
Per la salsa tipo Mornay
1/2 litro di latte intero
50 gr burro
50 gr farina
noce moscata
sale
1 uovo
100 gr di Grana Padano grattugiato
Soffriggere la cipolla e l'aglio tritati in poco olio, aggiungere la carne e farla rosolare piano. Aggiungere il pomdoro. Salare, pepare abbondantemente, quindi mettere le spezie (eventualmente anche macinate, ma io le ho intere e ho messo la stecca di cannella intera e i chiodi di garofano in un uovo del tè, così da poterli recuperare tutti). Marco si raccomanda che "le spezie si devono sentire, meglio metterne più che meno."
Far stufare piano per circa 2 ore.
Preparare la Mornay. Fare una besciamella con il latte, il burro e la farina, condire con sale e abbondante noce moscata grattugiata, lasciarla intiepidire e aggiungere l'uovo sbattuto e due cucchiai colmi di Grana.
Cuocere la pasta parecchio al dente e freddarla per bene.
Imburrare una teglia e cominciare facendo uno strato ben composto di ziti (tagliarli se sono lunghi, stiracchiarli se si vogliono arrotolare). Cospargerli con uno strato di Grana e coprirli con uno strato compatto di carne. Fare un altro strato allo stesso modo. L'ultimo strato di pasta sarà coperto solo di Grana, salsa Mornay e ancora Grana.
Infornare una mezz'ora a 180°C finquando si è fatta una bella crosticina dorata. Far freddare un poco prima di tagliarlo. Si può mangiare anche tiepido.

qui trovate la ricetta completa dei commenti di Marina.

http://radiocucina.blogspot.com/2011/07/pastitsio.html

manca una porzione

mercoledì 25 gennaio 2012

Ritorno con due dolci

No, non sono partita, magari. Sono sempre qui, veramente non mi dispiacerebbe una bella settimana bianca ma per quest'anno proprio non se ne parla.
Cosa ho fatto? Niente di particolare, non ho una vita granchè interessante in questo periodo, sono molto molto più serena di prima, ho i miei adorati tesori Tommy, Apache e Radar che mi fanno compagnia e Franco che sopporta i miei momenti più su, più gù, più su.....
Cucino, certo che cucino, diciamo che in questi giorni ho fatto cose che non ho ritenuto interessanti da salvare sul mio blogghino. E ho fatto male perchè ci sono stati un paio di risotti che meritavano parecchio. Vabbè, eviterò di fare queste considerazioni e magari chissà, a qualcuno potranno anche interessare.
Dolci dicevo, io non faccio molti dolci, siamo in due, Franco è più "salato", io pure. Se abbiamo ospiti allora le cose cambiano e posso pemettermi di fare un dolce, so che non ne avanzeranno tre quarti o più. Questa volta questi dolci li ho preparati per un ritrovarsi tra amici, compagni di crescita personale.
le ricette sono entrambe di Luisa Ghetti, la mia amica del blog http://ilmondodiluvi.blogspot.com/ ,  la torta al doppio cioccolato (anzi triplo, vista la presenza dei simil-Grancereale Coop che ho messo nella base) l'avevo già provata lo scorso anno e mi aveva lasciato un ottimo ricordo.
La crostata di riso di Maurizio Santin era una novità ma mi aveva colpita molto. Io tanto per provare ho usato la farina 1 Petra 3 e ho dovuto aggiungere alla ricetta 1 uovo intero, dato che, dopo uno scambio di messaggi con Luisa, lei stessa mi ha spiegato che questo tipo di farina assorbe più liquidi infatti non riuscivo ad impastare la frolla.
Bene, fatte le torte e molto gradite e la cosa mi ha fatto un immenso piacere, dato che come dicevo, di dolci ne faccio pochi.

Ho messo i link al blog di Luisa e per comodità ho copiato pari pari le ricette, con le sue preziose considerazioni. Le consiglio vivamente!

Ah. con la frolla avanzata ho fatto tre crostatine che, chissà come mai sia io che Franco abbiamo provveduto a spazzolare!!!!!


Torta di ricotta al doppio cioccolato
Dato che non sapevo se sarebbe stato un successo pari a quello della ricetta di partenza ho diminuito, in proporzione, le dosi.

INGREDIENTI
(stampo a cerniera piccolo)

150 gr biscotti Digestive
50 gr burro
10 gr fecola mais
semi di mezza bacca di vaniglia
2 uova intere
100 gr zucchero semolato
300 gr ricotta
150 gr panna fresca
1 cucchiaino raso cacao amaro
110 gr cioccolato fondente al 62%

PROCEDIMENTO

Ho foderato uno stampo a cerniera con cartaforno.
Acceso il forno ventilato a 180°C.
Ho sbriciolato finemente i biscotti mescolandoli con il burro e li ho disposti, facendo una piccola pressione, sul fondo dello stampo, livellandoli.

In una ampia ciotola ho mescolato il cacao, la fecola, i semi di vaniglia, lo zucchero semolato. Ho aggiunto le uova, mescolando il tutto con una frusta.
Aiutandomi con una spatola ho incorporato la ricotta.

Ho scaldato in un pentolino la panna poi, fuori dal fuoco ho aggiunto le pasticche di cioccolato fondente. Mescolando velocemente ho ottenuto una crema lucida che ho unito alla crema di ricotta.
Ho mescolato bene e versato nello stampo.
Ho infornato e cotto a forno ventilato a 180° C per 30 minuti.

Sfornato ho aspettato che si intiepidisse prima di sformare.

CONSIDERAZIONI

Una vera rivelazione.
La consistenza ricorda il dolce di ricotta di partenza ma l'aggiunta dei due cioccolati ( cacao e cioccolato fondente) ha aggiunto una nuova ricchezza.
Il dolce è leggero nonostante la ricchezza di ingredienti e il sapere cioccolatoso non stanca, anzi invoglia a prendere un'altra fetta.
Perfetto se servito così semplicemente con un bicchierini di vino Passito siciliano.

Promosso a pieni voti!

Per praticità vi riscrivo anche la dose maggiorata, simile a quella del dolce di ricotta da cui sono partita, in modo che possiate fare anche un dolce più grande.

INGREDIENTI

225 gr biscotti Digestive (io stesso peso biscotti simil-Grancereale Coop)
75 gr burro
15 ml fecola mais
5 ml essenza vaniglia (semi di 1 bacca)
3 uova intere
150 gr zucchero semolato
450 gr di ricotta
225 gr panna per dolci
1 cucchiaino abbondate di cacao amaro
175 gr cioccolato fondete al 62%

CONSIDERAZIONI 2

L'ho appena rifatta con la dose intera e lo stampo un po' più grande. L'ho cotta un po' più di 35 minuti, sempre a forno ventilato a 180°C.
Perfetta, ancora migliore!

Vi ricordo che il sapore e la consistenza cambia man mano che passano le ore.

Non ho ancora deciso quando mi piace di più. Se a temperatura ambiente dopo qualche ora quando la consistenza è setosa e leggerissima ma profumata o il giorno dopo, quando è stata un po' in frigorifero e si inumidisce un po' e diventa un po' più soda ma guadagna qualche cosa in più nei profumi...

Beh dovete provare per capire cosa preferite.


http://ilmondodiluvi.blogspot.com/2010/10/torta-di-ricotta-al-doppio-cioccolato.html

doppio o triplo cioccolato?



















Crostata di riso di Santin

Le dosi sono per 2 crostate di 28 cm di diametro.
Io ho fatto la dose intera di frolla (mettendo la metà avanzata in congelatore) e mezza dose di ripieno.
INGREDIENTI
(2 crostate)

Per la frolla:

500 g farina 00 (io farina 1 Petra 3)
375 g burro
180 g zucchero a velo
3 tuorli (io ho aggiunto un uovo intero)
scorza di 1 limone

Per il ripieno:

1 l latte
250 g riso vialone nano o roma (originario)
100 g zucchero
100 g mandorle tritate (in scaglie)
4 tuorli
4 albumi
scorza di 1 limone


PROCEDIMENTO

Preparate la frolla con il Kenwood mescolando il burro a pezzetti con lo zucchero a velo; aggiungete quindi le uova. Per ultimo la farina un po' per volta.

Mettete il panetto di frolla (sigillato), leggermente schiacciato, in frigorifero per almeno un'ora.
Nel frattempo cuocete il riso con metà zucchero e la buccia del limone finchè il latte sarà completamente assorbito. Mescolate con un cucchiaio di legno e fate attenzione che non si attacchi.

Togliete la buccia e versate il riso in un altro contenitore per facilitare e velocizzare l'abbassamento di temperatura, mescolando di tanto in tanto.


Prendete metà della frolla , stendetela e posizionatela su uno stampo da crostata, con fondo amovibile, foderato di carta forno..
Mettete nuovamente per circa 30 minuti in frigorifero.

Quando il riso cotto sarà a temperatura ambiente/tiepido aggiungete i tuorli, mescolate poi versate le mandorle mescolando ancora.

Montate gli albumi con il restate zucchero e incorporateli poco per volta , con una spatola, al resto del composto.

Versate il composto sulla frolla e infornate a 170°C forno ventilato per circa 30 minuti controllando la fine della cottura con uno stecchino di legno.
Una volta tiepida sformate la crostata di riso e spolverate con zucchero a velo.

CONSIDERAZIONI

La prima cosa che mi ha colpito, di questo dolce, è che tutto sommato è veloce.
Veloce anche la cottura... anzi penso che forse potreste cuocerla anche meno di mezz'ora. Poi vi posso dire che non è eccessivamente dolce, al punto che noi l'abbiamo gustata con una colata di sciroppo d'acero.

L' altra cosa fondamentale da ricordarsi è che è più buona il giorno dopo: acquista friabilità e morbidezza.


http://ilmondodiluvi.blogspot.com/2011/09/crostata-di-riso-di-santin.html


teglia da 20x30

crostatine/barchette









giovedì 12 gennaio 2012

Ciceri e tria. E mannaggia alla nostalgia....

Mentre cercavo la ricetta di questa ottima minestra pensavo, è recente! Beh, andandola a cercare tra le  tante dei corsi fatti alla scuola di Valeria Vocaturo, mi sono resa conto che era una lezione del maggio 2008, splendidamente tenuta da Rita Monastero.
Si tratta di una minestra di ceci con pasta fatta in casa, bella e buona, che ti riscalda quando fa freddo, la pancia e lo spirito!

Rita carissima, non passerà molto tempo ma credo proprio che presto ci rivedremo.
Voglio ascoltare ancora il tuo incitamento "Veloce veloce" e magari sentirmi dire che il mio impasto è gessoso... magari sarò migliorata in questi anni... chissà.... ce la sto mettendo tutta, il mio amore per la cucina oramai è cresciuto tanto da occupare buona parte della mia giornata. E della mia vita.

Intanto oggi ti ho ricordata con il grande affetto e la simpatia di sempre, luminosa, un calore d'estate, un profumo di buono!





CICERI E TRIA di Rita Monastero

200 gr di farina 00
100 gr di semola di grano duro
Acqua tiepida q.b.
250 gr di ceci
Carota – sedano e cipolla
1 pomodoro o 1 cucchiaio di passata
Sale e pepe
Olio d’oliva
Prezzemolo

Mettere i ceci a bagno in acqua fredda per una notte, quindi lessarli con un pezzetto di carota e qualche foglia di sedano. Preparare un trito di sedano, carota e cipolla, soffriggerlo in olio d’oliva con un pomodoro a pezzetti o un cucchiaio di passata. Unire i ceci bolliti con una parte dell’acqua di cottura e fare insaporire bene. Nel frattempo disporre a fontana sulla spianatoia la farina e lavorarla con acqua tiepida fino ad ottenere un panetto sodo. Coprirlo con un telo e farlo riposare qualche minuto; stenderlo, quindi in una sfoglia sottile e tagliarlo in striscioline o rombi. Lessare metà della pasta e friggerne l’altra metà in olio bollente sino a quando sarà appena dorata (brucia facilmente). Riunire tutto nel tegame dei ceci, dare una rimestata, cospargere con prezzemolo tritato e servire con pepe a parte.

Io niente prezzemolo anche se nell'orto spoglio, spuntano timidamente le prime piantine. Un piccolo rametto di rosmarino che con i ceci non stona affatto!

mercoledì 11 gennaio 2012

Gamberi al mosto cotto e... nostalgia!

Cara Valeria, mi viene da cominciare così questo post!
Cara Valeria, ho nostalgia di te e della cucina, ma credo che presto ti verrò a trovare!
Voglio riprovare quella sensazione che avevo al momento di chiudere la porta dietro di me e sentire di aver lasciato tutto fuori.
Voglio sentirmi di nuovo avvolta dai profumi della tua cucina, dai suoi colori e dal tuo affetto! E stavolta arrivo, non mi potrà fermare nessuno!

Bene, torniamo alla cucina, una ricetta di Valeria, semplice, veloce e strabuona! Ieri, in una mia incursione all'Ipercoop ho visto questi gamberi e ho pensato di prepararli al mosto cotto, e già ricordavo il sapore, il profumo....

GAMBERI AL MOSTO COTTO di Valeria Vocaturo

Gamberi (o gamberetti)
Olio ½ bicchiere
1 spicchio di aglio
1 pezzetto di peperoncino – sale
½ bicchiere di vino bianco
¼ di bicchiere di mosto cotto

In una padella olio, aglio e peperoncino. Quando è caldo si mettono i gamberi, si salano, si girano e si saltano 3 minuti. Si tolgono aglio e peperoncino e si sfumano con il vino e il mosto cotto.



Molto buoni, veloci da fare, riuscita sicura!

giovedì 5 gennaio 2012

Pain d'épices di Alda Muratore e buoni propositi

La notte del 5 gennaio, chissà cosa mi porterà la Befana???
Se dovessi rispondermi da sola direi che in fin dei conti merito tanti dolci e una piccola parte di carbone... è stato un anno molto "pieno", altre importanti decisioni, nuove stupende amicizie, tanta cucina e altrettanta conoscenza di me stessa, piccole soddisfazioni, e ho chiuso l'anno guardando al futuro.
Tante volte lo vedo con qualche nuvola di troppo, e qui il carbone serve! Non mi devo far abbattere dai momenti no, devo andare avanti così come sto facendo e seguire i miei sogni!

I miei buoni propositi... con questo post partecipo al Giveaway della Befana di Paprika & Paprika   http://paprikapaprika.blogspot.com/2011/12/il-giveaway-della-befana-epiphany.html e ribadisco quelli che ho scritto da lei:
Dimagrire,sicuramente... ci provo sempre!!!
Continuare ad andare in piscina, costantemente!
Continuare a parlare inglese, almeno una volta a settimana!
Chiudere finalmente quel benedetto cerchio, senza rimorsi nè rimpianti e ricominciare...
Essere meno negativa, realistica e quanlche volta anche positiva!
Volermi più bene, essere più gentile con me, anche quando mi rendo conto di aver sbagliato.
Cucinare, sempre... è la mia vita!

Questa è' stata la prima volta che ho fatto il Pain d'épices, la ricetta è della cara Alda Muratore, mancata troppo presto, leggevo sempre i suoi interventi sul Forum della Cucina Italiana, era gentile e disponibile e le sue ricette, perfette!
Questo Pain d'épices è veramente buono, perfetto con i formaggi erborinati, Gorgonzola o Roquefort! Ma è ottimo così o per colazione, con un velo di burro!

Inizio bene l'anno, mi coccolo con una vera prelibatezza!

manca già qualche fetta...


PAIN D'ÉPICES di Alda Muratore Scaldare il forno a 170°C (o anche meno: per il mio, 150°)
In una ciotola capace mescolare 250g di farina con una bustina di lievito. Aggiungere 5O gr di mandorle ridotte a farina e le spezie: 1/2 cucchiaino di cannella, 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere, 1/2 cucchiaino di anice in polvere, 1/2 cucchiaino di zenzero in polvere.
Amalgamare 10 cl di latte e 300 g di miele liquido (o fuso a calore basissimo), possibilmente di abete o di castagno (cioè con un sapore deciso e non dolciastro; evitare acacia e millefiori) e scaldare senza far bollire. Aggiungere il miele agli ingredienti asciutti della ciotola, mescolare bene e da ultimo aggiungere un uovo. Si possono anche aggiungere 40 g di scorza d'arancia candita tritata fine.
Versare la preparazione in una forma rettangolare a bordi alti (forma da cake) e cuocere 40 min. circa (verificare sempre la cottura). Il pain d'épices è migliore il giorno successivo alla cottura; si conserva ben fasciato in carta alluminio.



mercoledì 4 gennaio 2012

Mousse di salmone russa all'aneto e vodka

Finisco con la mia tavola di capodanno! Poche piccole cose. Buone da morire, e poi solo per noi due,  piccole porzioni che sono anche avanzate, ma che sono state molto gradite i giorni successivi!
Anche questa mi è stata insegnata in una delle appassionanti lezioni di cucina tenute a "La Buona Tavola" a Firenze da Jean-Michel Carasso e da Luisa Ghetti,  una ricetta semplice, stuzzicante, ottima sui crostini di pane di segale, si fa in un attimo... cosa volere di più??????

Qui c'è il link alla ricetta dal Blog "Il mondo di Luvi" di Luisa Ghetti e sotto la ricetta copiata pari pari.
http://ilmondodiluvi.blogspot.com/2011/03/tyrosalata-greca-crema-di-formaggi-e.html


Mousse di salmone russa all'aneto e vodka di Jean-Michel Carasso




 
(4 persone)


150g di ritagli di salmone affumicato
100g di mascarpone
50g di panna montata
aneto fresco tritato
1 cucchiaio da minestra di vodka bianca
Frullare il salmone con il mascarpone, l'aneto e la vodka.
Aggiungere la panna montata delicatamente con mestolo.
Lasciare in frigo per almeno 1 ora.



mia variazione: robiola al posto del mascarpone. Motivo: niente mascarpone in frigo, solo robiola.... riuscita ottima!
altra piccola variazione, qualche chicco di pepe rosa.....

Porterà bene????

martedì 3 gennaio 2012

Insalata di salmone scottato con chicchi rossi

Diciamo che il salmone è stato presente sulla mia tavola della sera di capodanno. Anche questa ricetta l'ho presa dal numero di gennaio 2012 di "Sale e Pepe", mi è piaciuta molto perchè non era il solito secondo di pesce, d'altronde non volevo sulla mia tavola dei piatti in ordine di portata ma piccole cose da gustare, in tranquillità e serenità, noi due con la compagnia di Radar, la mia bracchetta, che spaventata dai botti, come le sere precedenti è stata con noi durante la sera.
E allora, piccole cose, leggere, gustose e colorate! E secondo me di buon auspicio!!!!


Insalata di salmone scottato con chicchi rossi da Sale e Pepe di gennaio 2012



per 4 persone
300 gr di filetto di salmone
1 melagrana
1 avocado
2 pompelmi rosa
1 limone
1 rametto di aneto
qualche bacca di pepe rosa
olio extravergine di oliva
sale
Tagliate il salmone in 4 trancetti. Pelate a vivo i pompelmi rosa e tagliateli a fettine sottili. pelate l'avocado, tagliatelo a scagliette e bagnatelo con il succo di limone.
Tagliate a metà la melagrana e levate tutti i chicchi. Disponete nei piatti il pompelmo con l'avocado sgocciolato, un pizzico di sale e un filo d'olio.
Tritate finemente l'aneto. Scaldate una padella antiaderente e cuocetevi i trancetti di salmone su fiamma alta, circa mezzo minuto per lato. Disponete il pesce sopra il pompelmo, cospargete il tutto con i chicchi di melagrana, l'aneto, il pepe rosa sbriciolato e servite.

Chiaramente, dose per due!

lunedì 2 gennaio 2012

Compote à la turque

Non potevo e soprattutto non volevo fare a meno di avere sulla mia tavola del primo giorno dell'anno questa splendida macedonia.
Ho fatto una piccola modifica alla ricetta originale, ho aggiunto i fichi secchi e ho omesso le noci. perchè? Così, senza motivo!
Ringrazierò sempre Jean Michel Carasso per avermela insegnata, è buonissima, profumata e affascinante!

Questo è il link alla ricetta del blog di Jean-Michel, "Cucinare lontano", e sotto la ricetta, copiata pari pari dal suo blog.
http://cucinarelontano.blogspot.com/2011/01/compote-la-turque-ovvero-macedonia.html

Compote à la turque ovvero macedonia turca di frutta secca di Jean-Michel Carasso


vista dall'alto

Un dessert semplice semplice ma squisito, che permette anche di smaltire frutta secca avanzata dalle feste. A casa mia la chiamavano "compote à la turque" ma la faceva anche mia nonna russa, un pò diversamente... Vi do le due formule.
Alla turca:
albicocche secche
prugne secche
datteri secchi
uvetta bionda
noci
zucchero
succo di limone
stecca di cannella
acqua di fior d'arancio o di rose

Mettere la frutta secca in un contenitore di ceramica o vetro resistente, aggiungere la stecca di cannella, zucchero a piacere, poco succo di limone e una bella spruzzata d'acqua di fior d'arancio o di rose, e coprire il tutto con acqua bollente. Coprire il contenitore e lasciare raffreddare. Quand'è freddo mettere in frigorifero per alcune ore e servire ben freddo. La frutta secca assorbirà una parte dell'acqua, gonfierà, diventerà morbida e prenderà i sapori dei "condimenti", mentre il resto dell'acqua diventerà un sugo sciropposo squisito...
Io la servo con aggiunta di chicchi di melagrana.
Alla russa:
Stesso procedimento ma senza uvetta, senza datteri, senza acqua di fiori, e invece dell'acqua semplice un bel thè al limone abbastanza forte e profumato.

domenica 1 gennaio 2012

Gehakteleiber ovvero pâté di fegatini ebraico

Una delle prime ricette che il grande Jean-Michel Carasso mi ha insegnato, in uno dei loro corsi a "La buona tavola" a Firenze, un paté di fegatini ebraico che mi era piaciuto moltissimo e che per me, amante del crostino toscano ai fegatini, mi aveva sorpreso molto piacevolmente.
L'avrei voluta rifare prima, ma sono talmente tante le ricette che voglio e devo rifare, che era rimasta là ad aspettarmi, paziente...
Qualche giorno fa ho deciso, per capodanno ci sarebbe stato, tra le altre piccole cose che ho preparato, il paté di fegatini ebraico di Jean-Michel. Beh, era il minimo!!!!
E' venuto davvero molto bene, le sue ricette non sbagliano un colpo! Grazie carissimo e per me averti conosciuto è stata una gioia!
Questi sono i link alla ricetta, dal blog di Jean Michel "Cucinare lontano" e dal blog di Luvi "Il mondo di Luvi" e sotto la ricetta copiata pari pari dai loro blog!
http://cucinarelontano.blogspot.com/2008/04/gehakteleiber-ovvero-pt-di-fegatini.html

http://ilmondodiluvi.blogspot.com/2011/06/crostini-con-pate-di-fegato-all.html


Gehakteleiber ovvero pâté di fegatini ebraico di Jean-Michel Carasso


su crostini di pane di segale, comprato, evvabbè!


 Questo pâté della vecchia tradizione ebraica est-europea è molto buono, non si smette mai di mangiarne...
Le quantità ne decidete voi, ma il procedimento è questo:

Prima di tutto fare dorare molto bene (quasi caramellizzare) in margarina vegetale* una quantità di cipolle bianche sminuzzate uguale a 1/3 del peso dei fegatini di pollo.
Una volta caramellizzata la cipolla, levarla dalla padella e tenerla da parte.
Fare rosolare molto a lungo i fegatini in margarina anch'essi in padella.
Una volta rosolati molto bene e cotti i fegatini, aggiungere la cipolla caramellizzata, 1/4 della quantità di fegatini di cipolla bianca cruda sminuzzata, i tuorli cotti sodi di una quantità più o meno uguale a 1 uovo per etto di fegatini, sale e pepe abbondante, e ridurre il tutto a pâté preferibilmente con il coltello oppure con il pimer (frullatore ad immersione), aiutandosi con aggiunte progressive di olio di semi.
Il pâté non deve essere molto liscio ma nemmeno troppo grossolano. Una cosa media...Ecco...E deve rimanere abbastanza sodo quindi non mettere litri di olio.
Una volta fatto il pâté sminuzzate grossolanamente i bianchi delle uova sode e inseriteli nel pâté mescolando bene.
Si può mangiare subito appena raffreddato del tutto, spalmato su pane di segale o altro, o si può mettere in forma, lasciare rapprendere in frigo per alcune ore e consumarlo a fette...
Mi raccomando i cetrioloni malossol sotto salamoia...

*Margarina vegetale: la Kasheruth ebraica proibisce di usare insieme carne e latticini, quindi niente burro...

Anche io, come Luvi, ho usato il burro......