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domenica 25 novembre 2012

il pollo del Ringraziamento

Non potevo non farlo. Vista la ricetta su facebook, sulla pagina di "Cuoche per Caso". A scuola avevano preparato per il giorno del Ringraziamento il tacchino ripieno.
Io che purtroppo ancora non sono riuscita a tornare alla scuola di Valeria, per un motivo o per un altro, vedendo questa bella e interessante ricetta, ho deciso di replicarla subito, ma non con un tacchino, sinceramente, anche se siamo in tre con mio cognato Andrea, ho pensato che il tacchino sarebbe rimasto troppo tempo in circolazione.... così ho comprato alla Coop un pollo anzi, come era scritto sull'etichetta, un Grangallo... insomma era bello grande e ha potuto contenere un bel po' di ripieno. Chiaramente ho dimezzato le dosi e devo dire che un po' di ripieno è avanzato....
Mentre cuoceva c'era un profumo da svenire in cucina, è piaciuto moltissimo e sicuramente a Natale lo replicherò, magari con un tacchino, chissà!!!!!


Andrea mi ha regalato come al solito delle foto stupende....


Tacchino del Ringraziamento di Valeria Vocaturo
Ingredienti:
1 tacchino;
2 arance;
1 scalogno;
½ bicchiere di brandy;
250 gr. di albicocche secche;
1 sedano;
400 gr. di salsicce;
200 gr. di prosciutto crudo;
200 gr. di gherigli di noci,
1 bicchiere di brodo,
Mollica di pane q.b.;
3 foglie di alloro;
1 scalogno,
timo;
prezzemolo;
sale e pepe;
Olio extravergine d’oliva;
Vino bianco da cucina
Preparazione
Ammollare le albicocche nel brandy. Intanto preparare un soffritto di sedano e scalogno, rosolarvi dentro le salsicce spellate e il prosciutto tagliato a cubetti, il prezzemolo, il timo, l’alloro, le albicocche a pezzetti con il liquido della marinata, le noci tritate, il brodo caldo, la mollica di pane, sale e pepe. Strofinare il tacchino con il taglio delle arance, oliarlo, salarlo e peparlo, farcirlo con il ripieno e metterlo in teglia unta, infornarlo a 200 gradi, aggiungendo, se si secca, un po’ di vino bianco e ungendolo con il grasso di cottura. Quando è ben dorato, tagliarlo a pezzi e accompagnarlo con il ripieno e la sua salsa di cottura.

 
 
 
 

mercoledì 21 novembre 2012

Le guance ritrovate.


Difficilissime da trovare a Roma, oramai questa ricetta che ero riuscita a fare una, forse due volte nella mia oramai "lunga" storia in cucina, era finita molto ingiustamente nel dimecatoio, o meglio, sempre viva nel mio scrigno dove conservo le ricette della mia amata Maestra Valeria Vocaturo.
Parlando, si perché ogni tanto mi butto e parlo anche io, parlando con il mio compagno del corso di Cucina base, il mitico Macellaio della Coop di Bucine, Davide D'oro, ho chiesto se per caso ci fosse la possibilità  di trovare al negozio le guance... e alla sua risposta affermativa è seguito un grido di giubilo e subito un "mi raccomando non te ne dimenticare!!!"
E così è stato, detto e fatto. Prese e cucinate.  Con la ricetta di Valeria, che guardando la data della lezione, risale alle feste di Natale 2004.
Questa volta le guance sono state spolverizzate con le zeste di limone e accompagnate da polenta "vera". Le prossime, le farò magari durante le feste di Natale, con dolci chicchi di melagrana e un bel purè di patate!
E Davide è avvertito!


LE GUANCIOLE BRASATE di Valeria Vocaturo






















1 kg circa di guance di vitello (in questo caso manzo)
sale e pepe macinato al momento
olio e.v.o.
100 gr. farina
2 cipolle
3 carote
2 coste di sedano
2 spicchi d’aglio
1 rametto di rosmarino
2 foglie d’alloro – (mirto)
bacche di ginepro
½ cucchiaino pepe 5 spezie
2 bottiglie di vino rosso
500 gr pomodori pelati
1 litro di brodo di carne
1 patata
per guarnire: chicchi di melagrana o buccia di limone grattugiata
Pulire bene le guanciole, aromatizzarle con sale e pepe, spolverarle di farina e rosolarle in olio molto caldo; aggiungere le cipolle, il sedano, le carote tutti tritati e l’aglio intero e le erbe aromatiche, rosolare lentamente, bagnare con il vino e far ridurre della metà, aggiungere i pelati, la patata e il brodo e cuocere a fuoco moderato per circa 2 ore. Quando le guanciole sono morbide estrarle, colare il sugo, farlo ridurre e insaporire e scaldarvi la carne. Servire le guanciole a fette, guarnire con i chicchi di melograno e con le bucce di limone.


Piaciute???? Moltissimo, mio marito e mio cognato Andrea hanno fatto il bis, il tris.....  e Andrea, come al solito, mi ha regalato una splendida foto!

sabato 17 novembre 2012

Il tempo mi sembra adatto

Giornate nelle quali il sole dura poco e arriva subito il buio. E la pioggia, i temporali che ringraziando Dio, qui hanno solo spaventato la mia Radar e ingrossato il fiume. 
Le notti quasi in bianco, poco sonno su divani e poltrone per me e Franco e Radar calma solo con la nostra presenza accanto.
Il giorno in modalità zombie ma a me, e grazie anche alla presenza di mio cognato Andrea, non manca la voglia di stare in cucina e provare qualcosa che, in questo caso, proviene dal passato, dalle serene lezioni da Valeria a Roma, dall'inizio del mio amore per la cucina.
La prima volta che da lei ho sentito parlare di "salama" non riuscivo a capire di cosa si trattasse, ma appena Valeria iniziava a raccontarci la ricetta, mi vedevo nelle nebbie della pianura padana , magari in questo periodo, in cui con il maiale ci si prepara veramente di tutto.

Questa mattina ho acquistato la pancetta fresca e la polpa di maiale e mi sono messa all'opera.
Il risultato è  stato ottimo.
Un risotto leggermente brodoso, non proprio una minestra. Adatto a queste giornate, riscalda il pancino ed il cuore!



MINESTRA DI RISO, VERZA, SALAMA E CANNELLA di Valeria Vocaturo

Salama 250 gr. (150 gr. di polpa di maiale – 100 gr. pancetta di maiale fresca . sale – pepe – 1 pizzico di noce moscata – 1 pizzico di cannella- 2 cucchiai di vino rosso (volendo 1 spicchio di aglio tritato, in infusione nel vino, poi filtrare il vino)
1 cipolla
1 costa di sedano
Verza pulita gr. 350
Brodo vegetale  ½ lt
Acqua 1 lt
Burro gr. 30
Olio 1 cucchiaio
Riso Vialone Nano gr. 300
In una ciotola la carne, gli aromi, il vino rosso e si amalgama bene. In una pentola il burro, l’olio, la carota e il sedano tritati insieme. Quando il burro è sciolto si aggiunge la verza a fettine sottili e si fa appassire. Si aggiunge la salama, si sgrana bene con una paletta, deve cambiare colore, poi si aggiunge il brodo e l’acqua e si copre. Dopo 2 min. si aggiunge il riso. Deve rimanere brodosa.


A Franco e a mio cognato Andrea è piaciuto molto e mi ha regalato anche questa bellissima foto!




venerdì 2 novembre 2012

E ora.... si continua a cucinare!!!!! Il ragù che non nasce ragù... ma ci diventa ed è pure buonissimo!!!!

Mi chiedevo "E ora, ora che non devo più provare e riprovare le ricette del corso... ora cosa potro' cucinare?" E dopo qualche giorno così, smaltendo viveri che aspettavano in frigorifero il loro turno, mi sono resa conto che avevo voglia di provare qualcosa di nuovo, una pasta fresca con un ragù che non nasce ragù ma che lo è felicemente diventato!
Le solite storie strane e contorte che mi piacciono così tanto?  No, una ricetta di pasta e di un "ragù" che Chef Andrea ci ha insegnato durante la lezione sulla pasta, nel corso di cucina base, frequentato da mio marito e anche da me, si sembra strano ma un ripasso delle basi credo che non possa fare che bene!

La pasta non era altro che una normale impasto, nel nostro caso, due uova, 150 gr di farina e 50 gr di cacao, Coop equo e solidale. Un bell'impasto che dopo il riposo nella pellicola, ho steso (ahimè si) con la macchina per stendere e tagliare la pasta e le ho tagliate a mano a mo' di reginette, con il tagliapasta ........ e le ho lasciate asciugare arrotolate a nido.

E il ragù?







Eccolo qua!
Ho preso delle ... per i romani, spuntature, qui in Toscana rosticciane o forse si chiamano normalmente costine ma ancora lo devo capire bene.... insomma, delle belle rosticciane con parecchia carne e le ho messe a rosolare in olio extra vergine di oliva e una dadolata anzi  una "brunoise" di sedano, carote e cipolle, sfumate con aceto balsamico, spolpate e tritate a coltello e rimesse a cuocere, ho aggiunto delle olive (denocciolate) tagliate a fettine e ho finito la cottura.
Ho mantenuto una consistenza abbastanza morbida ma se se lo avessi voluto utilizzare come farcia per ravioli, che abbiamo assaggiato al corso base di pasta fresca, si elimina il grasso in eccesso dal ragù e si scola bene!

Risultato buonissimo, un'altra ottima idea dello Chef Andrea Bennati!

Anzi, vi metto una foto della sera della consegna dell'attestato.... diciamo che ero un po' emozionata....


 
 
la foto è del bravissimo Mario Lanini che ha curato tutto il servizio fotografico del nostro esame e della consegna degli attestati!